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Un'occasione mancata: il protocollo d'intesa La famiglia dei Fieschi: recupero di antiche memorie (Progetto "Comuni dei Fieschi")

Il protocollo d’intesa tra i comuni che, in qualche modo, hanno avuto rapporti con la famiglia Fieschi nasce dopo che il Comune di Montoggio, l’11 marzo 2000, iniziò a riunire i comuni appartenenti al cosiddetto “ramo di Torriglia” allo scopo di esporre alcune idee dell'allora assessore alla cultura, Valter Raineri. Già al secondo incontro, una parte degli amministratori dei comuni che avevano aderito alla prima convocazione e alcuni studiosi, lanciavano l’idea di allargare l’esperienza, che andava maturando e che sembrava interessante, a tutti i comuni che in passato fossero appartenuti al dominio dei Fieschi, senza alcuna distinzione. L'allora sindaco di Santo Stefano d’Aveto, Maria Antonietta Cella, suggeriva di elaborare un protocollo d'intesa che proponesse un comune intendimento programmatico al fine di accedere a finanziamenti europei. Il Comune di Montoggio, promotore dell’iniziativa, era designato comune capofila; lo stesso comune, da quel momento, si attivava chiedendo a ogni comune, istituto di ricerca o singolo studioso che potesse essere interessato, di promuovere l'iniziativa presso tutte quelle amministrazioni comunali che avessero i requisiti richiesti per l'adesione al protocollo d'intesa (ovvero provati rapporti con la famiglia Fieschi). Sul versante della ricerca, l'Istituto di Studi sui Conti di Lavagna assumeva il ruolo di ente coordinatore degli studi e di collegamento fra gli studiosi, aderendo ufficialmente il 10 aprile 2004. Il protocollo prevedeva di attuare un coordinamento fra comuni aderenti per organizzare iniziative condivise e per evidenziare le comuni radici storiche e culturali di appartenenza al cosiddetto “Stato Fieschi” (XII-XVI secolo). Si concentrò l'attenzione su due direttrici principali:

  1. reperimento di finanziamenti;
  2. a fronte dei finanziamenti reperiti elaborare un ampio progetto di valenza storica, ambientale, culturale e turistica che permettesse di attingere finanziamenti europei.

A un anno dall’iniziativa, con l’adesione al protocollo d'intesa di sedici comuni, si decise di pubblicizzare nelle maniere più opportune i contenuti del progetto, sfruttando l’occasione offerta dalla Soprintendenza ai Beni Artistici e Architettonici della Liguria che, in occasione della
IIIa Settimana dei Beni Culturali (26 febbraio-4 marzo 2001), organizzava una mostra sui restauri della chiesa fliscana di Santa Maria in Via Lata a Genova. In quella sede la Soprintendenza riservava alcuni spazi espositivi per la presentazione del progetto, dove l'Istituto di Studi sui Conti di Lavagna allestiva una apposita mostra illustrativa. Immediatamente dopo, la Provincia di Genova concedeva al protocollo d'intesa il proprio patrocinio, cui aderiva nelle persone del presidente, Marta Vincenzi, e degli assessori Gabriella Airaldi, Luisa Bacigalupo e Gualtiero Schiaffino. I contenuti e gli scopi del protocollo d'intesa erano però già stati diffusi il 3 febbraio precedente, in occasione di una tavola rotonda per l'elaborazione di un progetto di fruizione dell’area del castello fliscano di Montoggio. Nel prosieguo i comuni e gli enti aderenti al protocollo d'intesa decisero di legarsi ulteriormente fra loro, promuovendo la realizzazione di un dépliant dai contenuti storici, ambientali, culturali e turistici (cfr. lettera prot. 5672 del 2 dicembre 2000 del Comune di Montoggio). Per la realizzazione il comune capofila si era attivato per ottenere sponsorizzazioni da parte di privati e della Provincia di Genova (cfr. letttera prot. 754 del 20 gennaio 2001 del Comune di Montoggio indirizzata all’assessore Gabriella Airaldi). La realizzazione del dépliant, di comune accordo, era affidata all'Istituto di Studi sui Conti di Lavagna, nella persona del suo direttore scientifico, Daniele Calcagno, e a Bruno Repetto, in particolare per la realizzazione della cartografia e la redazione delle note paesaggistiche. Nella successiva riunione del 24 febbrazio 2001 i comuni e gli enti aderenti stabilivano di concorrere alle spese per l'organizzazione delle iniziative collettive con una quota annuale da stabilirsi. Il progetto, al quale nel frattempo avevano aderito e concesso il patrocinio anche la Regione Liguria e le provincie di Alessandria e della Spezia, era presentato, ancora una volta, presso la Società Economica di Chiavari il 16 novembre 2002, sempre a cura di Valter Raineri e Daniele Calcagno. Parallelamente si prendeva contatto con alcune agenzie europee per verificare la possibilità di finanziamento del progetto attraverso uno o più bandi europei, incontri che tuttavia non giunsero mai a una fase operativa per l'incapacità di rinunciare agli interessi localistici in favore di un più vasto progetto condiviso. La realizzazione del dépliant, fin qui procrastinata nella speranza di potersene avvalere per l'auspicato finanziamento in sede europea, si svolse così il 1° marzo 2005, presso il salone del consiglio provinciale di Genova, ancora una volta a cura di Valter Raineri e Daniele Calcagno con l'intervento di Bruno Repetto e dell'allora assessore provinciale alla cultura Maria Cristina Castellani. Il fallimento culturale del progetto, ancorché il Comune di Chiavari aderisse successivamente al protocollo d'intesa, appariva in tutta la sua interezza, dimostrando ancora una volta l'impossibilità di legare un elevato numero di amministrazioni ed enti attorno a un progetto a condizione di rinunciare a egoismi municipali e benefici immediati in favore di una scala maggiore.
Se lo sforzo profuso da tutti in questo senso e in questi anni sia servito anche a giustificare l'erogazione di fondi per la messa in sicurezza e fruizione di alcuni castelli fliscani in Provincia di Genova, sarebbe già un risultato di cui andarne fieri (cfr.
P.O.R. LIGURIA F.E.S.R. 2007-2013, Asse 4 - Linea 4.1 "Valorizzazione del patrimonio culturale e naturale", Elenco beneficiari al 31 gennaio 2010, ex articolo 7 del Reg. CE n. 1083/2006, p. 4).
Ma sembra di capire che, ancora una volta, si preferisce concentrare l'azione entro i rassicuranti confini delle rispettive "piccole patrie" piuttosto che percorrere assieme un sentiero difficile e in salita ma non impossibile.
In questo, l'esperienza europea dei Fieschi, non ha insegnato nulla.

Daniele Calcagno (C)

Scarica qui il depliant illustrativo del Progetto "Comuni dei Fieschi"

depliant_comuni_dei_fieschi.pdf
File Size: 4428 kb
File Type: pdf
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